TERAMO – Tra la revoca dell’appalto del primo progetto per la realizzazione del Lotto 0 e il passaggio della prima macchina su due chilometri o poco più di asfalto sono trascorsi quasi 21 anni. Domani il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli e il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, inaugureranno un’opera che Teramo attende da due decenni, il primo tratto del Lotto 0. Alle 12, tanti, soprattutto chi allora c’era in prima fila, tornerà con la mente ai primi di ottobre del 1990: Lunardi, l’allora ministro dei Lavori pubblici, aveva firmato l’atto con cui si annullava l’appalto per la costruzione della tangenziale di Teramo, per il progetto cosìì come allora era previsto e Pannella teneva una conferenza stampa in hotel per amplificare la sua personale vittoria. I 14 attraversamenti del fiume Tordino del progetto iniziale avevano scatenato un putiferio, mettendo insieme, contro l’allora monocolore democristiano, un gruppo di opposizione variegato. Da Pannella, che qualche mese prima aveva dato il là alla protesta, legandosi al trattore che avrebbe aperto ufficialmente il cantiere nei pressi del Ponte a Catena, all’allora Pci-Pds, con Gianni Di Pietro che più in là negli anni, da vicesindaco di Sperandio, avrebbe rimesso mano al progetto. Teramo oggi inaugura la sua tangenziale, ma non sconfigge un primato. Da domani resterà un solo Lotto 0 in Italia ad essere una incompiuta: ha lo stesso nome il collegamento tra i due centri di Maroccone a Chioma, nel Livornese, sulla statale Aurelia. Lì sono ben 41 anni che aspettano di vedere realizzati i sei chilometri di variante! Dunque accontentiamoci. Finalmente si riuscirà a raggiungere l’autostrada, a Collurania, e la Teramo-mare in due-tre minuti ma soprattutto si eviterà a tantissime macchine di entrare in città attraverso via Po e di saltare il centro abitato in direzione Montorio. Accontentiamoci, dicevamo, anche se non si possono nascondere o non vedere alcuni macroscopici difetti. A cominciare dalla rampa di accesso in via Conte Contin: moto, autobus e camion al di sopra delle 7 tonnellate e mezzo non possono transitare. La discesa di accesso è ripidissima, ha una pendenza del 14%. L’ufficio infortunistica della Polizia stradale ha espresso notevoli riserve sulla sicurezza di questa rampa e per almeno sei mesi i mezzi sopra indicati non avranno accesso sui 2.700 metri di questa tratta. C’è poi la rotonda di via Conte Contin: su di essa hanno accesso almeno quattro flussi di traffico, compreso chi esce dal Lotto 0 ed entra in città, compresi coloro che devono prendere il Lotto 0 verso Giulianova. Questi ultimi hanno due opzioni provenendo, ad esempio, da piazza Garibaldi: viale Crucioli, via Cadornia, via Conte Contin e poi rampa di accesso; oppure viale Mazzini, via Tom Di Paolantonio, via Conte Contin, rotonda alla fine di via Cadorna per invertire il senso e tornare su via Conte Contin, quindi rampa di accesso. Un pò cervellotico, no? Ma sulla corsia di destra, sotto all’ex caserma degli alpini, non c’era più spazio per un altro svincolo o galleria, dunque anche in questo caso… chi si accontenta gode. La cerimonia di taglio del nastro a mezzogiorno: dalle 17 transiteranno le prime auto. Nei giorni successivi sarà interessante monitorare la situazione per capire se si tratta effettivamente del tipico tappo che salta e risolve tutto, oppure se da domani avremo una complicazione in più per il caos traffico in città. Abbiamo atteso 21 anni, possiamo farlo ancora per una settimana.